recensioni

REVIEW PARTY: “QUELLO CHE NON SO DI TE” di Francesca Redolfi

REVIEW PARTY:

“QUELLO CHE NON SO

DI TE

di Francesca Redolfi

Buon pomeriggio adorati librofili e donzelle dall’animo romantico,

eccomi pronta con la mia nuova recensione per il review party de “QUELLO CHE NON SO DI TE” di Francesca Redolfi, edito dalla mia carissima Literary Romance.

Prima di entrare nel vivo, volevo solo premettere che questo è un romanzo che mi ha davvero sorpreso per la sua introspezione e la capacità dell’autrice di affrontare temi molto legati alla psicologia umana, con un’attenzione particolare all’argomento dei colori.

Notevoli e numerose, inoltre, lungo tutto il corso della narrazione citazioni letterarie e cinematografiche.

Ma andiamo a conoscerlo meglio nel dettaglio.

SINOSSI

Samantha non conta più le volte in cui si è precipitata al Pronto Soccorso. Del resto, da anni ormai le parole più usate in casa sua sono “ipocondria” e “psicosomatico”, al contrario di “mamma”, la meno menzionata.Proprio durante uno di questi momenti resta chiusa nell’ascensore dell’ospedale con un medico dagli occhi dello stesso celeste del camice, il solo capace di ritinteggiare di un bel corallo le pareti verdognole del nosocomio. Giulio, questo il suo nome, sembra capitare a proposito, perché Sam ha giurato a se stessa che sposerà un dottore, convinta che solo così potrà guarire dalla sua ipocondria.In una Milano estiva, tra corse al triage e menzogne velate; con una coinquilina chiassosa e due sorellastre che sembrano la copia di Anastasia e Genoveffa, riuscirà Sam a nascondere la sua vera natura di malata immaginaria? E Giulio potrà amarla nonostante tutte le sue fissazioni?

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 1.gif

RECENSIONE

QUELLO CHE NON SO DI TE” si presenta come un romanzo ricco, completo e dotato di un’alta dose di carisma e di attrattiva.

La protagonista, Samantha, è un personaggio che sin da subito si profila come una figura complessa e a tutto tutto tondo.

Per prima cosa l’autrice ci mette subito al corrente delle sue “peculiarità” comportamentali: lei è una persona che classicamente si definisce “ipocondriaca”, ed a livelli non proprio lievi.

Questo suo, se vogliamo chiamarlo, deficit psicologico si ripercuote sulla vita di tutti i giorni ed è derivato da un trauma che ha segnato per sempre la vita di una Sam bambina: la morte della madre a causa di una grave malattia. Ed, in questo frangente, è anche comprensibile questo suo particolare atteggiamento nei confronti del mondo e degli agenti patogeni in generale.

Come già accennato precedentemente, mi ha molto colpito ed emozionato, l’approccio della protagonista nei confronti del mondo e la sua arma più forte per avvincere e dissipare le ombre della vita: i colori.

Circondata da pochi, ma fidati amici che la comprendono e la sostengono; ingabbiata in una azienda grigia, dove lavora come web designer nella quale non le lasciano esprimere la sua personalità e la costringono a rinunciare al “colore”; soggiogata, infine, da un filiale senso di sacrificio a sopportare le due perfide sorellastre della compagna del padre. Ecco in poche righe riassunta la vita di Sam.

Ma a tutto ciò lei riesce a dare un senso attraverso una sorta di “cromoterapia“. Tutto ciò che la circonda e tutto ciò che accade ha per la giovane protagonista un colore diverso, o una somma di colori.

Ad un certo punto, la sua vita si colorerà di un avvolgente e accecante blu cobalto, come gli occhi di Giulio.

Giulio, il nostro protagonista maschile, è il medico che Samantha cercava da sempre. Perché l’unica persona che vuole avere accanto per la vita, e che le può donare la sicurezza necessaria, è una persona che appartiene al mondo sanitario.

Incontrati per caso in un ascensore guasto, manovrato dal destino, i due iniziano una frequentazione che appare perfetta.

Perfetta affinchè Sam riesce a celare a Giulio il suo piccolo “problema” e non crolla in una isterica crisi di nervi quando lei scopre qualcosa che la paralizza.

Giulio sarà disposto ad accettare e comprendere veramente la complessa personalità di Sam? Riuscirà anch’egli a vedere in lei quei colori che per Sam sono così essenziali in ogni istante della propria vita?

QUELLO CHE NON SO DI TE ” è un romanzo dalla mole corposa, che tuttavia scorre velocemente per via di una sinossi coinvolgente ed un ritmo narrativo concitato e interessante.

Il punto di forza, a mio personale avviso, è la maestria nell’aver dato forma a dei personaggi di notevole spessore narrativo e non solo. Samantha e Giulio, e lo stesso vale per le figure cosiddette “minori” e le comparse, presentano una struttura psicologica molto articolata, in particolar modo Sam, come ho già detto sopra.

Inoltre, ognuno di loro ha la propria storia da raccontare, che li rende gli uomini e le donne che sono diventati attualmente.

Sia Sam, sia Giulio, ad esempio, condividono purtroppo la tragica esperienza del lutto, e differentemente la elaborano con esiti che sono molto diversi.

Dal punto di vista tecnico, il libro è ottimamente redatto e accompagnato da una scrittura limpida, mai banale. E anche la sinossi presenta, oltre al lato prettamente romantico, delle riflessioni su tematiche di notevole levatura, quali appunto l’ipocondria, la perdita di una persona cara e il rapporti familiari. Ma la Redolfi, pur lasciando intendere che conosce bene la materia psicologica e patologica, non sfocia mai nell’eccesso e nel “pedante”, confezionando un prodotto che acquista, in tal modo, un livello qualitativo maggiore. Si tratta, perciò, di un romance che, tuttavia, si veste di un abito più sofisticato e di alta sartoria.

Il minimo comune denominatore di tutto il romanzo sono i colori, protagonisti indiscussi della filosofia di vita dell’autrice.

Non dobbiamo fossilizzarci e lasciarci abbindolare dalla malinconia e statica voce del “Vanta black”, il nero assoluto. Sono i colori e le loro sfumature che ci permettono di essere ciò che siamo e ciò che vogliamo essere. Non è sicuramente semplice “vedere” i colori di ogni piccola cosa che ci circonda in questo piatto grigiore, ma ancor più complicato è “sentirli”, e quando si impara, poi si riesce a manovrare l’arcobaleno. Si dissipano le ombre delle paure, la fredda nebbia dell’animo, e ci lasciamo stupire dalle argentine e sfavillanti tonalità quotidiane. Che siano esse il giallo della felicità di un amico, o il rosso passione di un bacio rubato o, infine, il blu cobalto di qualcosa di inaspettato e strepitoso.

VOTO: 4 ⭐⭐⭐⭐VASCELLI SU 5

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 1.gif

SCHEDA LIBRO

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 1.gif

Rinnovo i miei complimenti all’autrice, Federica Redolfi, e ringrazio calorosamente e con grande affetto la Literary Romance per darmi sempre l’opportunità di crescere con le sue collaborazioni.

A presto e buona lettura,

E. Gardin

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.